Sdraiati al sole inseguendo la vita

di Ste Porta

Che poi scattan le paranoie. Diceva così, Max, a proposito delle foto, no?

Tengo tutto, purtroppo raramente butto via qualcosa. Ho ancora quel suo biglietto di Natale, sono passati anni, eppure è ancora lì.
Vale di più per le foto. Ne ho ritrovate molte, negli ultimi tempi, ma una mi ha colpito più di tutte. Mi ricordo ancora la fatica del posizionare la macchina fotografica sul ceppo di legno, occhio che cade, siamo dritti, Paolino si vede? Chi l’avrebbe mai detto, nel luglio 2005, quando si sentiva ancora l’odore delle aule della maturità e quando avevamo tutto davanti come se fosse un tempo infinito, come se potessimo provare Hally Hoop per sempre (mai stato capace, per altro).

La foto prende un attimo di quell’estate, ma ne raccoglie tanti altri dei tempi che sarebbero venuti: la cicciona coi capelli rossi sulla graziella, le porte fatte coi secchi dell’acqua, la tizia delle ripetizioni di inglese – come cazzo si chiamava?
Proprio oggi, nell’afa pre temporale, ho guardato la mia bicicletta e mi sono rivisto sotto un’acquazzone, mentre vi lasciavo all’aranciata ghiacciata e correvo da lei, occhi di ghiaccio.
Il collo di Paolino e la telefonata più divertente di sempre. La Grecia che vince l’Europeo e noi che lo vediamo su un televisore che trasmette in verde perchè si erano sminchiati i colori. Il Portogallo quale cazzo è?

Il Salamanca a Football Manager. Gli insetti catturati coi bicchieri. Compleanni in cantina.
Potrei andare avanti ore e confondere gli anni, i momenti. Sai, ieri sera l’ho baciata. Chi? Quella? Va bhe, chi sta in porta?
I fichi rubati al vicino. Le gomme della bici che esplodono. Le due ragazze che ci guardano dal balcone e non sapremo mai i loro nomi. Vivranno ancora lì? Proviamo a lanciare loro ancora la ghiaia sul balcone.
La polvere delle caramelle frizzanti tirata su col naso. Piangere tutto e starnutire per sempre. I palloni sul tetto.

A questo punto, forse, è un bene che non butti via niente e mi diranno che sono vecchio dentro. Ma come dice Guccini:
Invece io so che è diverso, e tu lo sai / quello che il tempo ci ha preso e ci ha dato / io appena giovane sono invecchiato / tu forse giovane non sei stato mai.
E sinceramente… sti cazzi.

Il Trio